martedì 29 luglio 2014





                Metafisica del limite, metafisica dell'illimitato
Conosci te stesso (γνώθι σαυτόν) e Nulla di troppo (μηδὲν ἄγαν) [Chilone di Sparta], Garanzia porta sventura (ἐγγύα, πάρα δ᾽ ἄτα) [Talete di Mileto], La misura è la cosa migliore (Μέτρον ἄριστον) [Cleobulo di Rodi]. Tre dei sette sapienti dell'antichità affermano i princìpi del lògos ellenico, cioè i fondamenti di tutta la speculazione filosofica ellenica riguardante uomo e natura: il mètron (misura) e il pèras (limite). La perdita del "metron" e del "peras", cioè della misura e del limite in luogo dell'"apeiron", dell'illimitatezza è, nella sapienza greca, la causa di ogni male. Al contrario, la Civiltà Occidentale,"faustiana" nel lessico di Spengler, in contrapposizione a quella "apollinea" greca, si configura nei suoi due pilastri, la Scienza quale unico orizzonte di "vera" conoscenza e l'Economia quale esclusivo ordinamento della società (ormai) globalizzata, come tensione irrefrenabile all'illimitatezza. La frase "Garanzia porta sventura" è una critica agli effetti disgreganti dell'indebitamento a seguito del sempre maggior flusso di Denaro nelle antiche koinè elleniche. Niente, verrebbe da dire, a paragone della virtuale moltiplicazione di ricchezza dell'attuale capitalismo finanziario nel quale i derivati, scommesse sull'economia reale (ma anche virtuale, ci sono derivati sui derivati) assommano a seicentomila miliardi di euro, dieci volte la ricchezza reale del Mondo.
                                                      Leone