giovedì 21 febbraio 2013

                            LA DEA MADRE
"" Il diritto familiare matriarcale (das Mutterrecht) è estraneo non soltanto alla nostra coscienza di oggi, ma anche a quella della classicità.[...] L'esperienza corrispondente all'esordio dell'umano incivilimento, allo sviluppo di ogni virtù, alla prima realizzazione di ogni nobile aspetto dell'esistenza, ecco il fascino del principio materno, che in una vita piena di violenza fu divino principio di amore, di unità e di pace. Nella cura per il frutto del proprio corpo la donna imparò prima dell'uomo a spingere la propria preoccupazione amorosa oltre i confini dell'io individuale, verso un altro essere e a dedicare alla conservazione e all'abbellimento dell'altra esistenza tutte le capacità inventive del suo spirito. Da essa allora procedette ogni elevazione delle norme di vita, ogni benevolenza, ogni dedizione, ogni sollecitudine [....] e come corrisponde essa alle immagini di una remota e pura felicità, al centro della quale sta la sovranità del principio materno, a quelle "antiche stirpi di donne", la cui scomparsa significò anche la scomparsa della pace sulla terra.""
Da "Il matriarcato" (Das Mutterrecht), Johann J. Bachofen, 1861

domenica 3 febbraio 2013

Poetica epicurea
""...sed tua me virtus tamen et sperata voluptas
suavis amicitiae quemvis efferre laborem
suadet et inducit noctes vigilare serenas
quaerentem dictis quibus et quo carmine demum
clara tuae possim praepandere lumina menti,
res quibus occultas penitus convisere possis""
[...ma la tua virtù, tuttavia, e lo sperato piacere
dell’affettuosa amicizia mi spingono a sopportare
qualsiasi fatica e mi inducono a vegliare durante le notti serene
cercando con quali parole e con quali versi infine
io possa far brillare innanzi alla tua mente chiare luci,
con le quali tu possa esplorare fino in fondo le verità nascoste]
Lucrezio, De rerum natura

domenica 20 gennaio 2013

""αγάπη μου....""
δέδυκε μὲν ἁ σελάνα
καὶ Πληϊάδες, μέσαι δὲ
νύκτες, παρὰ δ' ἔρχεθ' ὥρα·
ἐγὼ δὲ μόνα καθεύδω.
[Tramontata è la luna
e le Pleiadi:
a mezzo è la notte:
il tempo trascorre;
e io dormo sola.]
Saffo, VII sec a.C

mercoledì 16 gennaio 2013

Le due necessità
""La tendenza propria della meccanica occidentale è quella di una "presa spirituale di possesso a mezzo della misura"; tale meccanica è dunque costretta a cercare l'essenza dei fenomeni in un sistema di elementi costanti e completamente misurabili, il più importante dei quali è designato dalla parola "movimento". [...] Ogni esperienza scientifica, oltre a tutto ciò che può essere, è altresì testimonianza di dati modi di rappresentazione simbolica. Ogni legge formulata con parole è un ordinamento animato, vivificato, compenetrato dal contenuto più intimo di una Civiltà. Se si vuol parlare di necessità, questa essendo l'esigenza di ogni ricerca esatta, bisogna che ci si renda conto che vi è una doppia specie di necessità: una necessità immanente nello psichico e nel vivente, perchè è destino che una particolare ricerca sia intrapresa o no, quando e dove sia intrapresa; e una necessità nel dominio del "conosciuto", chiamata da noi euro-occidentali, causalità. Se i numeri puri di una formula fisica rappresentano una necessità causale, l'esistenza, la genesi e la durata di una teoria costituiscono un "destino".""
O. Spengler, "Il Tramonto dell'Occidente"

martedì 1 gennaio 2013



Reale, razionale, irrazionale
Tutte le cose sono numero: senza questo, niente sarebbe possibile pensare, né conoscere: esso è il principio di tutte le cose”. Pitagora di Samo, VI sec.  a.C. Era il numero “puntiforme”, intero o decimale, percepibile dai sensi, sul quale fondò un nuovo sapere, l'”aritmogeometria”: ricavare le forme delle figure geometriche e le loro relazioni dai numeri. E quale  sgomento lo scoprire che proprio grazie al suo teorema si apriva un abisso profondo, incomprensibile per la mente: l'esistenza di “lunghezze” non misurabili, come la diagonale del quadrato, che può essere pensata solo come un'operazione cioè un meccanismo di calcolo (radice quadrata) cui non corrisponde nessun numero immaginabile né calcolabile. Pitagora fu prima di tutto il fondatore di una setta aristocratica, religioso-filosofica e iniziatica, dedita all'orfismo e, per alcuni studiosi, il culto orfico fu una sua creazione. Con la scoperta degli incommensurabili, tenuta nascosta perchè ritenuta inquietante e pericolosa ma poi divulgata da un adepto cacciato dalla comunità, aritmetica e geometria si separano e solo la seconda si sviluppa in Grecia, in particolare con Euclide. Il concetto di continuo e discontinuo, di infinito e infinitesimo, troverà uno sviluppo prodigioso solo alla fine del XVI secolo in Occidente. Resta tutt'ora uno dei più astrusi labirinti della ragione.
Leone

martedì 27 novembre 2012

Filosofia in forma di epica
"" L'antica leggenda narra che re Mida inseguì a lungo nella foresta il saggio Sileno, seguace di Dioniso, senza prenderlo. Quando infine lo prese, il re domandò quale fosse la cosa migliore e più desiderabile per l'uomo. Rigido e immobile il demone tace; finchè, costretto dal re, esce da ultimo fra stridule risa con queste parole: "Stirpe miserabile ed effimera, figlio del caso e della pena, il meglio per te è assolutamente irraggiungibile: non essere mai nato, essere niente. Ma la seconda cosa migliore per te è morire presto". [...]. Il Greco conobbe e sentì i terrori e le atrocità dell'esistenza: per poter comunque vivere, egli dovè porre davanti a tutto ciò la splendida nascita sognata degli dèi olimpici. L'enorme diffidenza verso le forze titaniche della natura, la Moira spietatamente troneggiante su tutte le conoscenze, l'avvoltoio del grande amico degli uomini Prometeo, l'orrendo destino del saggio Edipo, la maledizione della stirpe degli Atridi che costringe Oreste al matricidio, tutto ciò, fu dai greci ogni volta superato mediante quel mondo artistico intermedio degli dèi olimpici. Fu per poter vivere che i greci dovettero, per profondissima necessità, creare questi dèi.""
Da "La nascita della Tragedia" F. Nietzsche

domenica 25 novembre 2012

Origine della filosofia
Tutta la speculazione metafisica di ebraismo, cristianesimo, islam e della filosofia occidentale risulta quasi puerile a paragone di quella indiana, nei circa tre millenni del suo sviluppo, dai Veda ai Vedanta attraverso le Upanishad, il Samkhya, lo Yoga e il Buddhismo.
Leone